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Le quattro mete degli Uomini

Qualche giorno fa, mia madre si presenta a casa con un libro, dicendomi che l'aveva acquistato per me. 'Strano!' ho pensato 'mamma che mi compra un libro?!?'... Mi è parso come un evento anomalo perché lei normalmente è abituata sì a regalarmi piccoli pensierini, ma più di genere alimentare o di abbigliamento... mai un libro! Onestamente poi, penso che lei non sappia nemmeno a quali generi o filoni io sia interessato. 
Fatto sta che guardo il titolo del libro e mi meraviglio nuovamente: "La Scienza del Sé - L'autorealizzazione". Ancora più strano! Ha praticamente acquistato un saggio, anche pesantuccio, su un argomento che per me è realmente interessante. Stava forse iniziando ad accettare i miei nuovi studi, non più tecnici ma ora di tipo umanistico-spirituale?... Mi sbagliavo! Ho saputo da lei successivamente che ha comprato il libro senza cognizione di causa, ma solo perché un tizio l'ha convinta a prenderlo per beneficenza.
Ora il libro è sulla mia scrivania ed ammetto che, leggendolo, mi sta appassionando. A questo punto, capisco proprio che qualche Angelo me l'abbia inviato affinché io apprendessi nuovi concetti. Ma sto ancora leggendo e non so cosa mi porterà a scoprire. Intanto, mi son soffermato su alcuni punti che mi va di condividere in questa sede, sia perché in parte stanno rispecchiando un mio attuale stile di vita, sia perché possono essere suggerimenti di miglioramento per tutti.

Il testo tratta degli insegnamenti riportati nelle scritture vediche dell'antica India, tramandati e diffusi dal 1965 negli Stati Uniti dal guru indiano Shrila Prabhupada (nome ridotto di Shri Shrimad A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada), maestro spirituale del Movimento per la Coscienza d Krishna.

Krishna è Dio, la Persona Suprema, la Verità Assoluta.

In un'intervista fatta da una giornalista americana a Shrila Prabhupada (S.P., da ora), egli fornisce alcuni 'consigli', derivanti dai Veda (scritture sacre dell'Induismo). In realtà, i Veda riportano vere e proprie regole da rispettare, che dovrebbero essere accettate alla lettera, senza dar loro alcun significato simbolico.
Di seguito, alcuni passi dell'intervista.

Giornalista: "Come distinguere un maestro spirituale autentico da un ciarlatano?"
S.P.: "Colui che insegna l'arte di conoscere e amare Dio è un maestro spirituale. Talvolta alcuni furfanti ingannano la gente proclamando di essere Dio e la gente che non sa niente di Dio crede loro sulla parola. Bisogna essere molto seri se si vuole comprendere chi è Dio e come amarLo. Altrimenti sarà solo una perdita di tempo. [...] Servire Dio per trarre un qualsiasi guadagno è commercio, non amore. Il vero amore per Dio è incondizionato e niente può ostacolarlo. Niente può fermare colui che desidera veramente amare Dio, non importa che sia ricco o povero, giovane o vecchio, nero o bianco."

Giornalista: "Tutte le vie portano alla stesa meta?"

S.P.: "No, ci sono quattro categorie di uomini - i karmi, i jnani, gli yogi e i bhakta - e tutti raggiungono una meta differente.

Il karmi agisce per ottenere un beneficio materiale. Se ne trovano molti nelle città, dove lavorano giorno e notte per far soldi. I karmi sono dunque coloro che agiscono per interesse.
Il jnani, invece, pensa: 'Perché lavorare duramente? Gli uccelli, le api, gli elefanti e tutte le altre creature mangiano a sazietà senza fare alcuno sforzo. Perché affaticarsi inutilmente? Cerchiamo piuttosto di risolvere i veri problemi della vita - la nascita, la morte, la vecchiaia e la malattia'. I jnani cercano di diventare immortali, pensano che se si fondono nell'esistenza di Dio potranno liberarsi dalla nascita, dalla morte, dalla vecchiaia e dalla malattia.
Lo yogi, invece, cerca di ottenere poteri soprannaturali per poter compiere cose meravigliose. Per esempio, può diventare molto piccolo: se lo chiudete a chiave in una stanza, potrà uscire da una piccolissima fessura. Questi giochi di magia gli valgono la fama di persona prestigiosa. Naturalmente i nostri yogi moderni sono abili solo nella ginnastica perché non possiedono alcun potere effettivo. Il vero yogi ha poteri di carattere materiale che non hanno niente di spirituale.
Riassumendo, lo yogi ricerca i poteri soprannaturali, il jnani vuole liberarsi dalle sofferenze della vita e il karmi aspira ad un guadagno materiale.
Il bhakta - il devoto del Signore - non desidera niente per sé. Vuole solo servire Dio per amore, come una madre si sacrifica per il proprio figlio. Per la madre non esiste questione d'interesse personale, è per puro affetto che si prende cura del figlio.
Raggiungerete la perfezione solo quando arriverete a un simile stadio d'amore per Dio.
Il karmi, il jnani e lo yogi non possono conoscere Dio; solo il devoto può.
Krishna dice [...]: 'Solo con il servizio di devozione Mi si può conoscere così come sono'.
Krishna non ha raccomandato nessun'altra via per conoscerLo. Se volete veramente conoscerLo e amarLo, dovete accettare la via della devozione e nessun'altra. Le altre vie, qualunque esse siano, non vi serviranno a niente."


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Giornalista: "Quale cambiamento avviene nella persona che segue questa via?"

S.P.: "Non si tratta di cambiamento. La coscienza di Krishna non è altro che la vostra coscienza originale, ora coperta da uno spesso strato di polvere. Dovete liberarvi di questa polvere se volete che la vostra coscienza ritrovi la sua purezza originale. [...]"

Giornalista: "Si può migliorare sul piano sociale diventando coscienti di Krishna?"
S.P.: "Sì. Come lei può constatare, i miei discepoli non bevono sostanze alcoliche, non mangiano carne, sono molto puliti e godono di ottima salute, protetti da tutte le malattie serie.
In realtà, il fatto di non mangiare più carne non è un sintomo di coscienza di Krishna ma di civiltà. Dio ha dato all'uomo una grande varietà di cibo: deliziosi frutti, ortaggi e cereali, e il latte, che è un alimento di prima qualità. [...] Oggi si preferisce mantenere immensi mattatoi e mangiare la carne. L'umanità non si è neppure civilizzata: solo l'uomo selvaggio uccide bestie innocenti per mangiarsele. L'uomo veramente civile conosce l'arte di cucinare piatti nutrienti [...]".

Giornalista: "Come si sviluppa la coscienza di Krishna nella persona che la pratica?"
S.P.: "La coscienza di Krishna si trova già nel profondo del nostro cuore, ma poiché siamo condizionati dall'esistenza materiale, l'abbiamo dimenticata. Il canto del mantra Hare Krishna ravviva nell'essere questa coscienza innata.


Per esempio, fino a qualche mese fa questi giovani, ragazzi e ragazze americani ed europei, non sapevano niente di Krishna; eppure ieri li abbiamo visti cantare Hare Krishna e danzare in estasi durante tutta la processione della festa annuale celebrata nel mondo dal Movimento per la Coscienza di Krishna.

Pensa che fosse artificiale? No, nessuno può artificialmente cantare e danzare per molte ore. Questi giovani hanno veramente risvegliato la loro coscienza di Krishna seguendo una via autentica."

Giornalista: "Può spiegarmi il significato del mantra Hare Krishna?"
S.P.: "E' molto semplice. Hare significa 'O Energia del Signore' e Krishna 'O Krishna'.
Come nel mondo materiale si trovano il principio maschile e quello femminile, così Dio è il maschio originale e la Sua energia è il principio femminile originale.
Perciò, quando cantiamo Hare Krishna preghiamo: 'O Krishna, o energia di Krishna, impegnatemi al Vostro servizio'"

Queste parti di intervista sono riportate all'interno del testo "La Scienza del Sé - L'autorealizzazione", edito da The Bhaktivedanta Book Trust.

Grazie, mamma!

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